martedì 12 novembre 2013

Welcome to Blenniville!!!!!

Se c'è un pesce che nel Light Rock Fishing adoro pescare è la Bavosa.
Sono pesci molto furbi, attaccano le esche in velocità, e seppur non arrivino a taglie importanti oppongono una discreta difesa, rapportata all'esiguità della nostra attrezzatura.


Le possiamo trovare in tutti gli ambienti tipici del Light Rock Fishing, dai porti, canali, scogliere, pozze di marea, e soprattutto nel periodo tardo primaverile, estivo e autunnale, si raggruppano in buon numero.
Nelle mie zone di pesca, cioè l'Adriatico romagnolo, d'estate rappresentano probabilmente l'unico pesce insidiabile, poichè il caldo e la grossa affluenza turistica, tendono a"spaventare" gli altri pesci (vedi Ghiozzi).


Principalmente trovo nei miei soliti spot tre specie di questi esserini, che sono la Bavosa Pavone (Salaria pavo)


La più comune Bavosa sanguigna (Parablennius sanguinolentus)


E la più rara, ma per me più affascinante, Bavosa gattoruggine (Parablennius gattoruggine)


Nella maggior parte dei casi, la presenza delle Bavose (qualora non le vediamo in acqua bassa) ci viene data dalla marea di esche tagliate, soprattutto nella zona terminale.
La Bavosa tendenzialmente è sia curiosa che timida, ma quando vince la timidezza parte decisa sull'esca, si ferma a pochi centimetri dalla stessa e quando si decide la morde e la porta verso la tana.
In questi casi o ferriamo e ci ritroviamo l'esca mutilata, oppure se tentenniamo ci ritroveremo inesorabilmente incagliati.
E' il bello e il brutto di questo pesce, ed è anche il motivo per cui quando le trovo rimango per tantissimo tempo a cercare di prenderle.
Ho letto di fantomatici esperti che consigliavano addirittura di pescarle con l'amo pinzato in testa all'esca.
Un ottimo modo per buttare via esche su esche sicuramente!!!!
Io ovviamente non ho la pretesa di insegnare niente a nessuno, ma visto che prima di parlare mi piace sperimentare e provare personalmente quello su cui credo, vi racconterò la mia esperienza con le Bavose e il modi in cui io le ho prese e le prendo durante le mie sessioni di Light Rock Fishing.
Oltre alla classica Jighead, un innesco che pratico al 99% dei casi su questi pesci è lo split shot, con l'esca innescata fin sul filo, lasciando una piccola porzione libera, in modo da fare un richiamo.
In questi casi utilizzo principalmente vermi lunghi, e un'esca su tutte mi ha permesso di fare varie catture, il Tiemco Quarter Moon Pintail Rig 2"

E' un'esca che nasce per un impiego Aji Game, quindi pesca a mezz'acqua, ma che grazie al suo codino molto mobile, riesce a irritare a tal punto le bavose che non lo mollano, o comunque anche in caso di slamata tornano subito a morderlo.


In generale comunque l'attrezzatura per praticare una pesca alla Bavosa non si discosta molto da quella classica, dobbiamo comunque a parer mio avere un ottimo controllo di tutto, dalla sensibilità sull'esca alla giusta prontezza durante la mangiata e relativa ferrata, e soprattutto un buon filo che non si deteriori troppo durante l'azione di pesca, poichè in molto casi andremo letteralmente a stanare la Bavosa dalla sua tana, e la stessa non è di solito molto d'accordo!!!
Quindi io consiglio un buon fluorocarbon, di diametro compreso fra le 3 lbs e le 4 lbs, io utilizzo ormai da due stagioni il Black Flagg TOW Fnss Fluorocarbon da 3 lbs, come terminale alla treccia di YGK G-Soul PE 5 Color da 5 lbs.


Altra esca che ha dato ottimi risultati con le Bavose, è stato il Reins Microtube.
Il tube in generale è un'esca molto sottovalutata ma con un altissimo potere catturante.
E' una perfetta copia sia di un piccolissimo cefalopode, che di un gamberetto.
Ma la grande efficacia del Reins Microtube. parte proprio dall'ingresso in acqua, dove si comporta proprio come i classici Tube da Bassfishing, ossia con una caduta a spirale. Appena arrivato sul fondo possiamo lasciarlo fermo (è galleggiante) e se teniamo il pallino spaccato più lontano dall'amo possiamo ottenere un effetto "Stand up" lasciando che sia la corrente a far vibrare il gonnellino dell'esca.
Oppure possiamo farlo saltellare sul posto (in questo caso una canna Solid tip come la Reins Aji Ringer Z, ci permettono di muovere l'esca tenendola più tempo sulla tana, grazie appunto all'azione della cima in fibra di vetro).


Il fatto poi che il tube sia cavo dentro, ci rende agevole l'innesco, dove possiamo far scivolare l'amo più vicino ai tentacoli possibile, di modo che non appena la Bavosa chiuda la bocca e parta in direzione della tana possiamo ferrare e avere più chanche si strike.


Se comunque non abbiamo a disposizione queste esche sopra citate, possiamo ovviare con un'operazione chirurgica molto semplice.
Io la metto in pratica utilizzando il Reins Aji Ringer Shad, che grazie al movimento frenetico della codina, è un'altra di quelle esche che infastidiscono molto le Bavose.
Taglio con le forbici un pò della testa dell'esca e innesco il tutto, sempre a split shot, lasciando libera solo la parte finale dove la codina a paddle si innesta sul corpo dell'esca.
Quando vediamo il pesce muoviamoglielo a saliscendo davanti la tana, a volte facendola quasi uscire dall'acqua e vedrete che la Bavosa alla terza discesa attaccherà in modo molto arrogante!!!!


Ultima tecnica solo in ordine cronologico, ma non meno efficace delle altre, me l'ha insegnata l'amico Tommaso Bargellini, grande pescatore coi casting jig.
Quando vediamo una buona concentrazione di Bavose, tiro fuori un piccolo Reins Palputin da 2 gr. scegliendo il colore che più riflette la luce del sole, e comincio a muoverlo freneticamente davanti le tane.
Le bavose diventano matte e in gruppo accerchiano il piccolo metal jig. In questo caso non bisogna perdere la concentrazione, e soprattutto non bisogna farsi prendere dall'entusiasmo cercando di agganciarle da fuori, un modo molto poco etico e antisportivo.
Ma anzi bisogna cercare di capire il momento giusto per ferrarle


E poi ultima cosa, non è detto che mangino solo di giorno, come dicono in tanti.......


Quindi detto questo, spero almeno di avervi messo in buona luce questi pesciolini diaboloci, così chissà che durante le prossime pescate non li vediate con un occhio diversi, e magari gli dedichiate qualche minuto in più!!!!


PS: tenetele lontane dalla pellicina fra le dita, sono molto abili a cercare di morderla e al 90% dei casi ce la fanno!!!!!


Stay tuned!!!!!
Andrea Fusignani

giovedì 31 ottobre 2013

Good Morning Sicily!!!!

Il mio lavoro mi porta ogni tanto a viaggiare, e a visitare regioni d'Italia bellissime.
Così domenica 20 ottobre mi sono imbarcato assieme al mio socio Claudio Travasoni per la Sicilia.
Ovviamente siamo andati per lavoro, e cioè visitare alcuni nostri clienti, ma si sa che il Light Rock Fishing è una pesca veloce e dinamica, e avevo chiesto a Francesco Li Bianchi se c'era anche la possibilità di fare qualche lancetto in mare.
Ero già stato in Sicilia diversi anni fa proprio da Francesco, ma quella volta l'obbiettivo furono i grossi Black bass di alcuni invasi siculi.
Partiamo da Bologna tutti belli coperti, e arrivati all'Aereoporto di Palermo ci spogliamo.
Ragazzi alle 7:30 di mattina eravamo in maglietta a maniche corte, una roba impressionante per noi!!!!!
Sbrigati i convenevoli di rito ci rechiamo assieme a Francesco in visita al nostro primo cliente, e durante il tempo trascorso cominciamo ad avere un piccolo languorino.
Facciamo pochi passi per entrare nel primo bar e questa è la vista!!!!!


Ovviamente la mia scelta ricade su un buonissimo cannolo siciliano originale!!!!!
Salutati gli amici di Lombardo Pesca facciamo rotta per il nostro alloggio, Camping Rais Gerbi a Finale di Pollina, la cittadina in cui abita anche Francesco.
Poco prima di arrivare fermiamo la macchina per uno scatto al panorama mozzafiato


Alla vista di quell'acqua così cristallina, io povero pescatore Adriatico, comincio a fremere, e dopo aver mangiato con l'imbuto, rubo l'attrezzatura a Francesco e corro a pesca!!!!!
Appena arrivo sullo spot indicatomi da Francesco come "una miniera di Sciarrani" capisco dopo pochi lanci che non sarà facile, poichè è una pesca per me del tutto nuova.



C'è un pò di corrente e il fondale è cosparso di ciottoli, in più nonostante in mano abbia una bellissima St.Croix Legend Tournament Walleye LTWS70LF non sono abituato a questo "Rock Fishing un pò più pesante di quello che pratico di solito".
Come finale anche qua siamo mooooolto maggiorati rispetto al mio standard, infatti ho un TOW Fnss Fluorocarbon da 8 lbs.
Francesco utilizza un'attrezzatura "maggiorata" poichè in quelle acque nuotano anche pesci più ignorantelli dei miei poveri ghiozzi.
Infatti al primo lancio nella schiuma, il mio Damiki Pica Spoon si blocca e la frizione parte...... ma solo perchè qualcuno l'aveva lasciata aperta!!!!
Probabilmente una bella Occhiata, ma non lo saprò mai in quanto il pesce purtroppo si slama!!!!
Decido allora di tentare con una pesca che, almeno dalle mie parti, mi riesce bene.
Monto una testina autocostruita di buon peso con un Reins Aji Ringer color Glow White Silver, e inizio a pescare nelle buche dei sassi sotto i miei piedi.
L'utilizzo di un'esca da Aji Game pescando in tana non è sbagliato, in quanto spesso i pesci di tana sono attratti dal movimento frenetico della codina del Reins Aji Ringer che gli passa vicino la tana.
Difatti dopo poco sento uno stop deciso e un peso avvertito alla perfezione dalla canna, leggera ferrata, un brevissimo combattimento (il pesce di era intanato) e nel mio "Album delle figurine" del Light Rock Fishing posso aggiungere il bellissimo Scorfanotto (Scorpaena maderensis)


Galvanizzato da questa cattura continuo a lanciare, speranzoso di catturare qualche nuova specie per me ma..... poi il buio più totale!!!!
Mi raggiunge anche Claudio che per un pò si limita ad osservarmi sulla sua "poltrona naturale", poi mi chiede la canna per un lancio.



Mai gesto mi costò più caro, poichè dopo pochi lanci con un Reins Microtube color Glow Chart Silver lo vedo ferrare e sbattermi in faccia una piccola Cernia dorata (Epinephelus costae)


Operiamo anche il povero pesciolino, cavandogli delicatamente la "Pulce di mare" che aveva attaccato alla coda e ridonandolo illeso al suo ambiente.
Contento per la cattura, Claudio mi ridà la canna.
Lancio nello stesso punto sperando in un "Colpo di fortuna", e facendo viaggiare il Reins Microtube a mezz'acqua, sento una leggerissima trazione, ferro sperando nell'agognato Sciarrano, ma mi "devo" accontentare di un altro Scorfanotto, questa volta più caruccio come taglia


Concludiamo così la breve pescata, poichè l'indomani ci aspetta Messina e Reggio Calabria, e in più siamo svegli dalle 4 di mattina e il sonno comincia a farsi sentire.
La mattina dopo di buon'ora partiamo alla volta di Messina, tappa il negozio Sampei Shop, dove ricevo una bella spiegazione sull'Eging.
Sbrigate le pratiche burocratiche, ci fiondiamo in porto per prendere l'aliscafo che ci porterà in Calabria.
Arrivati all'imbarcadero, da buon pescatore, mi affaccio per vedere se c'è qualcosa che nuota li sotto e.....
impressionante ragazzi!!!! Un branco di Castagnole (Chromis chromis) molto fitto a cui intorno nuotano alcune belle Boghe (Boops boops). Appena sotto i miei piedi però vedo due strani pesci rossi di buona dimensione che grattano sul cemento. Finalmente vedo dal vivo il famoso Scaro (Sparisoma cretense) più comunemente conosciuto come Pesce pappagallo, e poco più in là un simpatico Re di triglie (Apogon imberbis)!!!!!
Insomma ho rischiato un collasso, ma purtroppo non si può pescare e così mi imbarco sull'aliscafo che in poco tempo ci porta in quel di Reggio Calabria, dove veniamo accolti dal mitico Giuseppe Mate titolare del negozio Tuna Store.
Visto l'orario si decide di mettere le gambe sotto la tavola, e Giuseppe ci porta in una paninoteca molto particolare, infatti dopo aver scelto la dimensione del panino (Piccolo/Medio/Grande), possiamo farcirlo con i condimenti tipici calabresi che fanno bella mostra dietro al bancone.


Vinco la sfida "Man vs. Food Calbria Edition" con un panino medio, seguito da un mezzo panino farcitomi sotto consiglio del buon Peppe


In negozio ci raggiungono per un veloce saluto gli amici Angelo e Benny, poi via di filata ancora sull'Aliscafo.
Concludiamo la giornata dal negozio Nautica e Pesca di Falcone, poi cenetta leggera e a letto presto!!!!
L'indomani, ultimo nostro giorno di permanenza in Sicilia, si fa il punto della situazione col buon Francesco, e ci raggiunge l'amico Rocco col quale condividerò una mezza mattina di pesca in questo bellissimo spot


Mi è rimasto poco tempo per la "Missione Sciarrano" e cerco di mettercela tutta.
Innesco un'esca in cui credo tantissimo, cioè il Reins Microtube nel colore Clear Pearl Silver, e inizio a battere tutti gli scoglietti.
Il buon Rocco ha un inseguimento di una bella Cerniotta fin sotto i piedi, e io sento diverse tocche di pesce piccolo, buon segno.
Finalmente, mentre il Reins Microtube fluttua di fianco a un gruppo di sassi sento una bella mangiata decisa, ferro e arriva per me il mio primo Sciarrano (Serranus scriba)


Finalmente ho "completato la mia missione" e mentre ammiro gli stupendi colori dello Sciarrano, Rocco mi invita a lanciare ancora.
Ci spostiamo poco più in là, e sempre con la medesima esca ne frego un altro


Ci raggiungono sulla spiaggia anche Franscesco e Claudio, e fanno qualche lancio pure loro.
Francesco però da buon "megalomane" innesca un Reins Aji Ringer Pro color UV Super Glow (il super glow è un colore spaziale, poichè oltre ad illuminarsi di notte, di giorno in presenza di acqua pulita, assume la stessa colorazione della carne del calamaro, e risulta micidiale per tutti i pesci!!!!), e dopo essersi posizionato, al primo lancio ci ricorda chi comanda


Anche Claudio vuole lo Sciarrano e così sotto consiglio di Francesco, lancia anche lui il Reins Aji Ringer Pro  e riesce a recuperare il suo primo Sciarrano



Pranziamo con un ottimo fritto di Seppie e Calamari, e dopo una passeggiatina digestiva sul lungomare di Finale di Pollina diamo l'arrivederci alla Sicilia, con la speranza di poter tornare e magari riuscire a fare qualche lancio in più


PS: sono degli sboroni comunque questi Siciliani, hanno anche la Coca Cola personalizzata!!!!!!

 
 Stay tuned!!!!
Andrea Fusignani.


martedì 29 ottobre 2013

Summer Rock (Fishing) Camp!!!!!

Il week end negli ultimi mesi per me ha un pò un sapore particolare, perchè è il momento in cui lascio la mia attuale residenza a Carpi e torno nella mia amata Romagna.
Se poi posso rubare una mezza mattinata mentre la signora dorme e andarmene a zompettare nei vari spot a pescare a Light Rock Fishing, tanto meglio!!!!!


Ho passato quasi tutti i week end estivi praticando il Rock in vari spot della mia zona, e quest'anno anche in compagnia di buoni e nuovi amici, quali Filippo Menghini, Tommaso Bargellini, Giacomo Civinelli, il Berna e non ultimi Mario Bava e Samuele Cavina.



Mi perdonerete spero se in questo poco tempo libero ho preferito dedicarmi alla pesca e ho tralasciato il mio blog.
L'inizio estate è stato per me un avvicinarmi ad uno spot che fino a poco tempo fa non frequentavo, e cioè la scogliera. Da quando ho cercato di capirci qualcosa ad oggi devo dire che mi affascina sempre di più, poichè se è vero che nell'Adriatico Romagnolo le catture più ricorrenti sono Ghiozzi e Bavose, è anche vero che quando senti mangiare li all'interno di un buco tra gli scogli non puoi sapere se si tratta di un piccolo esemplare o invece di uno di taglia più grossa, e soprattutto parlando di Bavose, il guaio è che se perdiamo il tempo della ferrata possiamo dire addio al nostro innesco


Tra le esche che hanno caratterizzato questo inizio estate a Rockfishing c'è stato il Damiki Mausrin, nella misura da 3,5 gr. Questo piccolo Kabura, lasciato strisciare sulla sabbia vicino agli scoglietti sommersi, soprattutto al tramonto mi ha fatto molto divertire coi Ghiozzi paganelli (Gobius paganellus) che stazionano nelle zone misto sabbia in attesa di qualche preda


 Innescato senza trailer o con un piccolo gamberetto (io preferisco il Reins Ring Shrimp 2") smuove un pò di sabbia e sembra far impazzire letteralmente i pesciolotti che frequentano questi ambienti.
Sempre in scogliera mi sono reso conto di come tante volte il colore influisca molto sulle mangiate dei pesci.
Da ignorante pensavo che gli abitanti della scogliera attaccassero le nostre micro insidie più per territorialità che per fame, e quindi (soprattutto di giorno) un colore valesse un altro. Come mi sbagliavo!!!!!
La riprova l'ho avuta su una delle mie esche preferite, cioè il Reins Micro Tube. In una giornata su uno spot per me nuovo, non avevo ricevuto mangiare, seppure pescassi con esche che mi avevano sempre regalato pesci.
Decido quindi di montare il Reins Micro Tube in una colorazione naturale, a Split shot, e a farlo entrare in ogni anfratto.
Magicamente le mangiate sono arrivate, fra cui questo Ghiozzo paganello (Gobius paganellus) di buona taglia


Della serie non si finisce mai di imparare!!!!

Come amo definirlo io il Light Rock Fishing, cioè un "Album di figurine", in questa breve ma intensa estate sono riuscito ad aggiungere due nuove specie.
La prima è la Gallinella (Chelidonichthys lucernus), le abbiamo trovate all'interno della Darsena, in acqua scura. Serviva quindi un'esca che emettesse un sacco di vibrazioni e di un colore sgargiante che potesse essere notata nell'acqua scura. L'esca risolutrice di questa situazione di pesca è stato il Reins Aji Adder Shad 2" nella colorazione Chika Chika Orange, un bell'arancione con flakes argentati.
La mangiata era sempre molto decisa, poi il pesce si spostatava di lato e per essere ferrato a dovere bisognava spostare la canna dalla parte opposta e dare un bel tirone. Bellissimo anche il combattimanto, soprattutto con le attrezzature da Light Rock (nel mio caso Reins Aji Ringer Z e Black Flagg TOW Fnss fluorocarbon 3 lbs).


L'altra specie che ho aggiunto al mio Album fotografico invece l'ho trovata durante una battuta di Light Rock Fishing in uno spot per me ancora più nuovo della scogliera.
L'amico Tommaso mi invita a provare delle "Flats" che si creano davanti alle scogliere frangiflutto, e in cui nuotano diverse specie di pesci insidiabili con questa tecnica. L'obbiettivo era quello di riuscire a fregare i grossi e diffidenti Cefali.
Appena arrivati noto che girano oltre ai suddetti Cefali, anche diverse Triglie di fango (Mullus barbatus). 
Innesco una Reins Aji Meba Jig Head  per avere un'esca appoggiata sul fondo, sfruttando la forma piatta della testina. Ricordandomi della passata esperienza dei colori, opto per un'esca che vibri in maniera accentuata, di dimensione ridotta ma di un colore naturale. La mia scelta ricade sul Reins G-Tail Saturn Micro 2" scelto nel colore Gold Legend.
Lancio un metro avanti il branchetto di Triglie che pascolavano sul fondo e inizio a far strisciare l'esca, avvalendomi del bellissimo movimento della coda del worm. 
Come arrivo nella zona di "pascolo" rallento il recupero e inizio a farlo scattare per alzare qualche nuvola di sabbia.
Dal gruppo si stacca un pesce curioso che affonda la testa nella sabbia e ghermisce la mia esca


Ma poi arriva la fine di Agosto e l'inizio di Settembre, e per noi pescatori leggeri adriatici questo periodo vuol dire Aguglie (Belone belone)!!!!!!


Arrivano in massa, e in certi spot andare oltre la doppia cifra non è difficile.
Si utilizzano perlopiù piccoli Casting Jig nell'ordine dei 2/5/7 gr. in base alla distanza in cui stazionano, e se sono in caccia li si possono recuperare a galla molto velocemente, come in questa caso, dove il mio Reins Palputin 5 gr. fatto viaggiare velocemente, provocava attacchi a ripetizione


Ma a volte nonostante ce ne siano molte, si fanno desiderare ad attaccare.
Allora perchè non tentare un approccio "Aji Game Style" con le gommette dedicate?
Monto una Reins Aji Ringer Jighead da 2 gr. (per me una delle migliori testine da far viaggiare a mezz'acqua, grazie alla sua forma a goccia) e visto che cacciano su piccoli pesci la innesco con un Aji Ringer Shad che imita alla perfezione dimensioni e movimenti dei piccoli pesci esca.
Fondamentale anche la scelta del terminale. 
Utilizzo il Black Flagg TOW Fnss Fluorocarbon nel diametro da 3 lbs, poichè un filo così sottile permette una gittata di lancio superiore che con diametri più grossi. In più l'ottima qualità di questo filo lo rende molto resistente e possiamo fare diverse catture prima di rifare il nodo.
L'azione di pesca è molto semplice, dopo aver lanciato si inizia a recuperare l'esca a saliscendi nei primi strati d'acqua. Quando sentiamo la prima tocca non ferriamo subito, ma lasciamo scendere la nostra esca. L'aguglia infatti tornerà subito per concludere l'attacco


Capitano poi delle sorprese recuperando col Reins Palputin da 2 gr. in mezzo ai branchi di Aguglie......


In conclusione è stata una bella estate, in cui non sono mancate amicizia, spunti tecnici e catture. Voglio ringraziare tutti i miei compagni di pesca che mi hanno affiancato ma l'evoluzione del Rockfishing (a dispetto di scrive il contrario purtroppo) continua........

Stay tuned 
Andrea Fusignani.

martedì 29 gennaio 2013

Gli ami da trota Vanfook

La pesca della Trota in lago in questo periodo è probabilmente la più praticata, e un sempre maggior numero di appassionati la pratica.
Negli ultimi anni sono arrivati sul mercato, data la grossa richiesta, articoli sempre più specifici e dalle prestazioni in termini di catture migliori (esempio su tutti è l'ormai mitico Damiki Pica Spoon ).


Nella stragrande maggioranza dei laghi a pagamento, vige la regola dell'uso dell'amo singolo, con o senza ardiglione, e diverse esche nate per la pesca della trota ne sono già provviste, ma la maggior parte no, e quindi saremmo noi che dovremmo cercarci l'amo adatto che non vada a influire sul nuoto dell'artificiale stesso, stando attenti a sceglierlo nella misura giusta.
Le ultime tendenze della pesca in lago, sono però cambiate rispetto a qualche anno fa, privilegiando misure più contenute sia nella pesca con piccole Softbaits, che in quella delle Hardbaits e Wirebaits.
Non è facile ad oggi trovare in commercio ami che possano essere compatibili con le caratteristiche di nuoto di queste piccole esche, quindi trovare un amo dal filo sottile, di misure contenute e che abbia un'ottima tenuta e una buonissima penetrabilità.
Ci viene incontro però un marchio totalmente Made in Japan, importato in esclusiva e con orgoglio da T2 Distribution, e che risponde al nome di Vanfook.

Azienda produttrice di ami di ottima qualità da 100 anni, ha nel suo vastissimo catalogo una selezione di ottimi ami da Area Game (come viene chiamata la pesca della trota in Giappone), sia per essere montati su Minnow sia per essere montati su Spoons.

La prima delle due serie che andremo a vedere in questo tutorial è la serie Native Trout Hook nello specifico gli ami SP-41MB


Questi ami dal filo medio, presentano un occhiello molto ampio, che ci aiuta molto nella sostituzione soprattutto con Hardbaits come ad esempio Jerk da trota

Duo Spearhead Ryuki 80S con gli ami Vanfook serie SP-41MB #4
Altra particolarità di questi ami, è la presenza di un micro ardiglione che, laddove consentito, è un'alternativa migliore alla classica ancorina, o ci da una garanzia di migliori ferrate dove andremmo a sostituirlo all'amo singolo senza ardiglione.
Questa serie di ami SP-41MB nella misura dell'#8 è il sostituto perfetto per il mitico Damiki Pica Spoon



Come possiamo vedere nella foto sopra, abbiamo il Damiki Pica Spoon in basso con l'amo in dotazione, mentre in alto sempre un Damiki Pica Spoon ma questa volta con l'amo Vanfook SP-41MB #8.



L'altra serie di ami Vanfook  che andiamo ad analizzare ora invece è la Area Trout Hook e vi presento una novità per il 2013 in Italia, ovvero gli SP-21BL


Questo è un classico amo singolo senza ardiglione, perfetto in quei luoghi in cui è proibito usare altre tipologie di ami, ma a differenza degli ami classici presenti in commercio, questo è ha una specie di teflonatura come rivestimento, e nello specifico PTFE, il che si traduce in una migliore penetrazione, un miglior grip a contatto con la bocca della trota, e quindi anche una minor percentuale di slamate, poichè l'amo singolo senza ardiglione tende ad allargare il buco di entrata e ad uscire molto facilmente.
Nelle misure piccole lo trovo perfetto per il cambio nei piccoli artificiali della serie Tetraworks di DUO, o anche nei meravigliosi Tiemco Sumari 50S

Duo Tetraworks Toto 42 con gli ami appena descritti


Ma non di sola trota si vive durante il periodo invernale anzi, ora iniziano ad uscire a Light Rockfishing i pesci più belli, e grazie ad un'esca che io adoro, e cioè il Reins Microtube (i tube saranno oggetto di un prossimo articolo del blog) abbinata a questi micidiali ami si possono fare ottime catture.
Basta infilare l'amo all'interno del corpo cavo dell'esca e fare uscire l'occhiello in testa, e mettere un piombino spaccato a 5 cm dal nodo ed il gioco è fatto


Quindi ora non ci sono più scuse, entrate nel vostro negozio di pesca preferito, e cercate questi fantastici ami, vedrete che non ve ne pentirete assolutamente


Stay tuned

Andrea Fusignani.